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La confraternita

LA CONFRATERNITA MARIA SS. DEL SOCCORSO

L’esistenza di una confraternita dedicata alla Madonna del Soccorso è documentata a Palermo a partire dal 1424 quando i confrati della stessa ricorsero a fra’ Giovanni Licciuta, priore del Priorato di San Nicolò del Bosco di Caccamo, al fine di ottenere la chiesa, comunemente nota come Madonna della Mazza. Richiesta dallo stesso accordata a Giovanni Cardano, Pierino Lucchesio, Giovanni Quartarella e Tommaso Talento per atto rogato da Giacomo Caggio, magistro notaro della corte arcivescovile.

Due furono le chiese sotto il nome della Madonna del Soccorso – la devozione fu tale che, nonostante la condizione posta, il titolo di San Nicola venne sostituito da quello della Vergine del Soccorso -: l’una, più antica, è quella concessa alla confraternita; l’altra, più tarda, è quella costruita dalla confraternita. Entrambe furono atterrate nel 1600 per far luogo alla via Maqueda- (cfr, G. Palermo, Guida istruttiva cit., pp. 129-130)

Per inquadrare meglio la nascita della Confraternita Maria SS. del Soccorso di Pietraperzia è bene partire da ciò che scrive lo storico pietrino Fra Dionigi da Petrapercia nel suo libro “Relazione critico storica della prodigiosa invenzione….“ pubblicata a Palermo nel 1776

Il frate carmelitano pietrino nel descrivere le diverse chiese presenti nel territorio di Pietraperzia si sofferma sulla Chiesa di Maria Ss. del Soccorso o dell’Aggiuto.

A proposito della chiesa sede della Confraternita scrive che “la chiesa Mariana, che oltre alle cennate, può dirsi antica in questo Paese egli è quella chiamata universalmente il Carmine” ritenendola “edificata dopo l’anno 1306 quando in Palermo cominciò questo titolo”.

Il monaco Riformato molto probabilmente attinse la notizia dal canonico palermitano Antonino Mongitore il quale nella sua “Palermo divoto di Maria” così scrive a proposito della nascita della Confraternita Maria Ss. del Soccorso nella città di Palermo: “Nel 1306 frate Nicolò Bruno agostiniano da Messina, per il primo, nella Chiesa del convento di Sant’Agostino in Palermo, invocò la Vergine col titolo del Soccorso ed a sua istanza ottenne con l’intervento del Senato della città di Palermo e di folla di fedeli, dall’arcivescovo Bartolomeo d’Antiochia la benedizione dell’immagine con quel titolo e la consacrazione di una cappella. In quel secolo erano andate formandosi delle congregazioni tra le quali è da annoverare la originaria di questo titolo del Soccorso in Seralcadi, ….”

E’ da ritenere che la costruzione della chiesa intitolata alla Madonna del Soccorso e la nascita dell’omonima confraternita sia avvenuta, quindi, dopo il 1424, ma prima del 1560 quando, sempre secondo lo storico Dionigi da Pietrapercia la chiesa viene menzionata in un documento del notaio De Aydono.

Il primo riferimento storico interessante si ha in un documento del 1584, quando donna Giulia Moncada, moglie del principe di Pietraperzia, don Pietro Barresi, lasciò al nobile Girolamo Mozicato, superiore della Compagnia del Soccorso onze 125 al fine di pagare, con gl’interessi di quella somma, le spese matrimoniali di un’orfana, figlia di un confratello della medesima Compagnia, il cui nominativo veniva estratto a sorte tra dodici concorrenti l’8 Settembre di ogni anno, solennità principale di quella Compagnia.

In quell’anno la Principessa Donna Giulia Moncada, moglie di D. Pietro Barresi Principe di Pietraperzia “lasciò al magnif. Girolamo Mozicato Superiore della Compagnia del Soccorso in detta Chiesa onze 125 ad effetto d’impiegarle in beni stabili, del frutto de’ quali se ne dovesse indi maritare un’Orfana figlia di Confratello, uscita a sorte nel numero di dodeci nel giorno 8 di Settembre, solennità principale di Essa Compagnia, ch’annualmente di adopera” (cfr. Fra Dionigi da Petrapercia “Relazione Critico Storica ecc.” Palermo, 1776), come disposto nel testamento della stessa Principessa del 28 marzo 1584 depositato presso il notaio Giacomo Galasso di Palermo, pubblicato in data 16 ottobre 1587.

La Confraternita fu costituita, sin dall’inizio, da nobili o comunque persone facoltose, in grado di sostenere l’impegno per la costruzione di un oratorio laico, come viene definito durante la visita del vescovo di Catania del 1588: “Oratorius S.te Marie de Succurso confraternitalis”, e mantenuto con le elemosine della Confraternita stessa “confratie collationes”.

L’appartenenza alla stessa Confraternita di Girolamo Mozzicato, Rettore della stessa, nonché fidecommissario della principessa Moncada, fa ipotizzare che nella scelta di quest’ultima abbia influito molto il nobile Pietrino.

Certamente la Confraternita era già molto presente nel tessuto locale e doveva avere alle spalle qualche anno di storia, tanto da convincere la Principessa Moncada a lasciarle una somma considerevole e affidandole un compito importante quale era quello di provvedere alla dote di una giovane ragazza orfana.

Scopo principale della confraternita era di portare aiuto ai bisognosi, di confortare i moribondi e di accompagnarli nel loro ultimo viaggio terreno ed infine di seppellirli.

Essa poteva ricevere lasciti e donazioni, con le quali rendite sorteggiava ogni anno le doti alle orfane figlie di confrati nel giorno della festività della Patrona della Confraternita l’otto di settembre.

L’originario lascito della principessa Moncada fu trasformato dalla Confraternita in beni stabili, di cui è rimasta traccia fino alla seconda metà dell’800.

Fino al 1705 la Confraternita era proprietaria di 2 fondi rustici: uno in contrada Fiumara con annessi fabbricati e l’altro in contrada Rancitito. Entrambi i terreni furono ceduti, insieme alla chiesa del Carmine, ai Padri del Trez’Ordine di S. Francesco con l’obbligo di pagare, ogni anno la rendita che consentiva alla medesima Confraternita di provvedere alla costituzione della dote in favore della figlia orfana di un confrate e provvedere anche alla festa della Madonna del Soccorso.

Il primo Statuto di cui si ha notizia fu approvato dal Vescovo della Diocesi di Catania Carlo Maria Deodato, “in discursu visitationis” il 7 luglio 1777.

Nel prologo di tale documento si invoca Maria SS. degli Agonizzanti ed i confrati “radunati in questa Venerabile Chiesa di Maria SS. del Soccorso” approvano i Capitoli.

Nello Statuto approvato da Ferdinando II Re delle Due Sicilie con Reale Decreto n. 2093 dell’8 aprile 1834 la Confraternita è chiamata “di Maria SS. degli Agonizzanti” come si rileva dalla copia esistente presso l’Archivio di Stato di Caltanissetta in cui è chiamata “di Maria degli Agonizzanti nella chiesa di Maria SS. del Soccorso dentro il Venerabile Convento del Carmine di Pietraperzia”.

Nei documenti dell’800 esistenti presso gli archivi di Stato di Caltanissetta ed Enna viene invariabilmente denominata ora Confraternita Maria SS. del Soccorso, ora degli Agonizzanti, oppure con entrambi i nomi, prevalendo infine, come in origine, il titolo di Maria SS. del Soccorso.

Nei documenti del’800 e del ‘900 esistenti presso gli Archivi di Stato la Confraternita è anche identificata come “Opera pia Giulia Moncada” e ciò proprio in considerazione del fatto che la Confraternita aveva gestito il legato di maritaggio istituito dalla pia testatrice, di cui lo Stato Italiano si impossessò dopo l’Unità d’Italia, analogamente a quanto fatto con altre Confraternite.

  Fino al 1878 è, altresì, documentata la gestione di un trappeto all’interno dell’abitato di Pietraperzia, venduto con atto del 18 aprile di quell’anno a tale Giuseppe Di Romana, ubicato nella via Trappeto Bonaffini.

La legge Crispi del 17 luglio 1890, intanto, aveva stabilito la trasformazione delle Confraternite e il concentramento dei patrimoni nella locale Congregazione di Carità.

Anche in questo caso un corposo carteggio conservato presso l’Archivio di Stato di Enna, testimonia la volontà della Confraternita di resistere a questa definitiva spoliazione del proprio patrimonio, anche se esso fu destinato all’erigendo Ospedale Rosina Di Natale, che fu costruito a Pietraperzia a partire dai primi anni del ‘900.

In conseguenza della entrata in vigore della legge n. 6972 del 17 luglio 1890, fu emanato il Regio Decreto 24 febbraio 1898 n. LIV con il quale la Confraternita Maria SS. del Soccorso unitamente alle Confraternite S. Giuseppe, SS. Sangue di Cristo, e Misericordia furono trasformate a scopo di beneficenza e il loro patrimonio affidato alla locale Congregazione di Carità che utilizzò il patrimonio della stessa Confraternita, costituito dalle somme residue del lascito della Principessa Giulia Moncada, in favore dell’erigendo ospedale Rosina Di Natale di Pietraperzia.

Risale sempre alla seconda meta dell’800 la costruzione della cappella gentilizia nel Cimitero Comunale, destinata ad accogliere i resti dei confrati e dei loro familiari, ancora oggi di “proprietà” della stessa Confraternita e utilizzata per la stessa finalità. Si trattò, in effetti, di continuare un antico compito della Confraternita cioè quello di curare la sepoltura dei propri confrati che fino ad allora erano stati sepolti all’interno della chiesa del Carmine, in una sepoltura ad essi riservata.

Durante tutto l’800 la Confraternita continuò a svolgere la sua attività spirituale nella propria chiesa, soprattutto intensificando il culto al SS. Crocifisso.

La processione che si svolgeva durante il venerdì santo divenne con il passare degli anni il principale motivo di esistenza della Confraternita, che continuò a curare anche il culto alla Madonna del Soccorso, anche attraverso lo svolgimento della processione, mentre dovette intervenire sempre più frequentemente nella chiesa le cui condizioni di precarietà aumentavano con il passare degli anni.

E’ senza dubbio da ascrivere alla volontà della Confraternita la realizzazione del SS. Crocifisso custodito nella omonima chiesa opera quattro-cinquecentesca di uno scultore siciliano.

Il Crocifisso viene portato in processione la sera del venerdì santo, all’apice di una croce alta circa 9 metri, ai cui piedi sono legate fasce di lino bianco da cui deriva il nome di Signuri di li fasci.

Della prima metà del ‘700 sono le 5 insegne di argento, realizzate da un argentiere palermitano, con l’immagine della Madonna del Soccorso,

Dagli anni ’80 del secolo XX la Confraternita ha subìto un grande processo di trasformazione che ha visto la storica Istituzione prendere in mano le redini della processione di lu Signuri di li fasci, tradizione inserita, su richiesta della medesima Confraternita, nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana.

 La divisa storica della Confraternita si compone di un camice lungo – un tempo detto anche “sacco” – di colore bianco, una mantella di colore azzurro, cappuccio e guanti bianchi.

Oltre a valorizzare la secolare processione di lu Signuri di li fasci, divenuta simbolo della stessa Comunità di Pietraperzia, la Confraternita ha promosso il restauro di tutti i beni artistici esistenti nella chiesa di Maria Ss. del Soccorso, primo fra tutti il pregevole Crocifisso cinquecentesco custodito, ora, nella cappella centrale della stessa chiesa.

Nel 1996 la Confraternita ha provveduto, di concerto con la Sovrintendenza di Enna, al restauro della facciata della propria chiesa, con un intervento economico di circa lire 10 milioni, proseguito con un ulteriore intervento economico di circa 30.000,00 euro nel 2004, nel corso dei lavori di adeguamento liturgico finanziati con un contributo della Provincia di Enna ed infine con un ulteriore intervento di circa 40.000.00 euro nel 2021 nel corso dei lavori di consolidamento e restauro della chiesa, con un progetto finanziato dalla CEI.

Oggi la Confraternita è costituita da circa 90 Confrati che continuano ad impegnarsi per una crescita spirituale, mediante una approfondita formazione religiosa, collaborando per l’attuazione delle direttive della pastorale locale e diocesana.

Inoltre, come previsto dallo Statuto approvato il 18 settembre 2022, la Confraternita promuove iniziative di carattere caritativo, educativo e culturale, organizza i riti della Settimana Santa e particolarmente del Venerdì Santo solennizzato con la secolare processione di lu Signuri di li fasci, tradizione iscritta nel Libro delle Celebrazioni del Registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia.

La cura e la manutenzione della chiesa, che la Confraternita costruì a spese dei propri confrati circa 5 secoli fa e che oggi è aperta al pubblico grazie alla caparbietà della stessa, rappresenta uno dei fini previsti dallo Statuto e che la stessa Confraternita intende perseguire.

Nata come comunità di mutuo soccorso, con l’evolversi dei secoli non ha perso gli originari scopi per i quali fu istituita ed oggi promuove, oltre alla crescita spirituale dei Confrati attraverso la promozione di incontri di catechesi anche l’esercizio del culto pubblico e della pietà popolare principalmente nelle feste tradizionali soprattutto con la devozione alla Madonna del Soccorso, titolare e patrona, e al SS. Crocifisso, venerato nella chiesa del Carmine sotto il titolo di lu Signuri di li fasci; 

Infine va ricordato che la Confraternita ha tra i propri scopi statutari la promozione e la realizzazione di iniziative di carattere caritativo, educativo, culturale, di assistenza e di accoglienza nonché la promozione, la conservazione, la valorizzazione e il recupero dei beni culturali, architettonici, artistici, storici, archivistici legati alla Confraternita e alla stessa chiesa in cui ha sede.

Nel dicembre 2024 il Ministro dell’Interno ha riconosciuto il prevalente fine di culto della Confraternita Maria SS. del Soccorso che, in tal modo, è divenuta Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto.

Testo di Giuseppe Maddalena

Statuto della confraternita del 1821